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L'Architetto e Scultore Angelo Gioia ama lavorare marmo e il legno in forme ispirate alle geometrie che si trovano in natura.
Strutture biologiche a volte anche funzionali per creare oggetti di arredamento.

La Repubblica – Trovaroma

… L’occasione della mostra nasce dalla realizzazione di “Mater Matuta”, un’opera plastica architettata da Angelo Gioia per il giardino dell’Istituto di cultura tedesco. I bozzetti e le sculture che l’artista espone in questa circostanza sono la dichiarazione di un interesse e progetto indagativo delle regole e leggi biologiche che governano il naturale.

Il Giornale d’Italia

…… interessante opera alta 2 metri e 60 cm con la base, femminilmente morbida nelle sue rotondità ed il cui nome , “Mater Matuta” evoca l’antica divinità italica, la dea dell’aurora o del mattino, in altre parole la Madre dall’origine. ….. chi conosce Angelo Gioia troverà la definizione di scultore-architetto limitativa; si potrebbe, anzi bisognerebbe aggiungere per ampliare i contorni che Gioia è artigiano, falegname, un uomo che non ha mai dimenticato quanto sia pr9ogdigioso riuscire ad usare le mani insieme al cervello utilizzando un bagaglio culturale in continua lievitazione.
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L’Unità

…..Architettura e arte un rapporto tra due realtà che sembrano a volte incompatibili, ma che hanno dialogato incessantemente nel corso dei secoli e che di volta in volta ha dato vita a soluzioni inaspettate, a scoperte incredibili, a tasselli umani imprescindibili nella storia del pensiero umano. Da Giotto al Bauhaus a Nervi non sempre è possibile dire dove si fermi l’architettura e dove cominci l’universo più rarefatto dell’arte. … Gioia lavora il legno, ebano e mogano, materiali preziosi, nobili e cerca soluzioni ai nodi che spesso l’architettura lascia senza risposte, la spirale senza fine, l’accoppiamento di diversi materiali. Le curve e le rette, gli spazi concavi e convessi. Tutto mirato a una sua formulazione dello spazio, delle forme.
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Mario de Candia

….. sostanzialmente differenti sia per esiti che per procedimenti espressivi, Gioia e Merloni danno vita a questa mostra, che è anche contrappunto fra le sculture lignee del primo e i quadri del secondo, in nome di un’origine comune (sono entrambi architetti) che traspare e serpeggia nei rispettivi lavori; da una parte il ferreo governo geometrico analitico delle opere del Gioia contrapposto ad una spazialità teatralizzata, del secondo.

Gaetano Pampallona

……non è azzardato pensare al sentimento in cui si compenetrano le due espressioni, scultura e pittura; strutturazione dell’ambiente con ipotesi architettoniche ed allegoriche dell’uomo e del suo Habitat. Lo scultore scopre la sua professionalità (architeto) che si npalesa nel suo metodo progettuale. L’indagine sulla morfologia delle forme nasce da una insoddisfazione per i linguaggi formali della tradizione classica e di accademismo astratto contemporaneo.

Gaetano Pampallona

…..La ricerca plastica di Angelo Gioia iniziata nel 1955 è caratterizzata da un vivo interesse per la complessa geometria delle forme della natura, non scevro da un taglio di valenze surreali. Da scultore non è comunque mai dimentico del suo essere architetto e questo è evidente nel suo metodo di ideazione che è tutto progettuale. Egli disegna le parti della forma plastica ideata, prima in un intreccio di piante e sezioni di impostazione e quindi in un vero e proprio progetto esecutivo per curve di livello, per lo più orizzontali.
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Giovanni Merloni – Architetto- artista

….L’architetto Gioia si impone nel panorama artististico contemporaneo per la coerenza con cui, quasi senza soluzione di continuità, percorre, con lo stesso entusiasmo, la stessa attenzione anche tecnica, la stessa forza espressiva, i tortuosi itinerari dell’architettura, della scultura, del design.
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